Cuccioli e violenti

StampaInviaPDFEPUB

Donne Contro la Violenza


 

Le donne spesso raccontano quanto soffrono i figli e la loro sofferenza è una ulteriore preoccupazione che le donne vivono.

La storia di Patrizia Cadau è esemplare in questo senso.

Ringraziamo Patrizia per come sa raccontare in modo esemplare l'uomo violento.

 


Patrizia Cadau

Questa è la storia vera di Picasso e di mio figlio Luca, che credeva fosse il suo cane.

Subito dopo esserci liberati dalla convivenza con l'orco domestico, l'orco in persona che aveva in disprezzo gli animali così come gli esseri umani, comprò questa creatura per convincere i figli che andando con lui avrebbero avuto un cane con cui giocare. Il top di gamma dei cani, per altro.
Fu battezzato Picasso. E ogni week end i ragazzini si facevano forza così come da accordi del tribunale per andare da papà, che almeno c'era Picasso.
Picasso, povera bestia, era uno strumento, una cosa fra le tante nella mente del suo padrone, un elemento di cui disporre, sul quale applicò il medesimo paradigma della violenza applicato dal violento al resto del mondo, figli inclusi.<--break->
Picasso veniva lanciato dalle scale, rimaneva solo per giorni senza bere e mangiare, poi veniva costretto a lunghe trasferte in macchina (come del resto i miei figli) poi subiva le ire del violento perché oibò, gli pisciava dentro la Mercedes nuova, poi i miei figli subivano le ire del violento perché non badavano al cane e non lo educavano (come se vivessero con lui e fosse loro responsabilità), fino a quando, Picasso fu lanciato dal primo piano con un calcio per rotolare lungo la scalinata e atterrare stordito.
Questo davanti ai ragazzini, che rientravano atterriti da queste felici parentesi imposte dal tribunale, e che mi raccontavano tutto, senza che io potessi fare nulla.
Del resto figuriamoci, venivo già presa per scema per avere chiesto aiuto per la violenza su di me e i miei figli, figuriamoci se ci avessi aggiunto il cane.
Poi Picasso improvvisamente scomparve da un giorno all'altro.
Una delle tante ancelle del violento, in quel periodo, aveva fatto in modo di farlo sparire e farlo adottare da qualcuno che potesse prendersene cura, così almeno mi fu detto da terzi, anche se credo, ma è una mia opinione, che Picasso possa avere preso una badilata sulla testa, finendo sotto due metri di terra.
A Luca venne detto che Picasso era fuggito ma che sarebbe tornato presto, e non vi dico il pianto, la richiesta straziante di andarlo a cercare, l'andare a dormire col cuore imploso e io a rassicurarlo che stava bene, che ne ero certa, che forse qualcuno lo aveva adottato perché fosse più felice, e allora altri pianti che mi stringevano il cuore, perché io conoscevo la cattiveria delirante che aveva portato a questa situazione, e per anni, questo bimbo visse nella malinconia di incontrare di nuovo il suo cane. Ogni volta che vedevamo un pastore tedesco Luca lasciava la mia mano per avvicinarlo e tornava tra le mie braccia in lacrime.
Non avevo il coraggio di dirgli che il suo cane era felice con un'altra famiglia, che non l'avrebbe visto più, che quella bestiola era stata usata come tutto il resto solo per fargli male.
Ecco avevo il pudore di non dirglielo, che suo padre aveva organizzato l'ennesima trappola per fargli male, per causargli dolore, usando peraltro un animale, un cucciolo come cucciolo era questo figlio. Non avevo il coraggio di dirgli che di nuovo l'orco si era palesato per quello che era, un mostro spietato e totalmente indifferente ai suoi bisogni.
Non avevo il coraggio di dirgli nulla, perché in fondo nulla sapevo con certezza, semplicemente da un giorno all'altro il suo cane non c'era più.
Perché i violenti questo fanno e questo sono: il male assoluto e senza che paghino mai le conseguenze.
Poi per fortuna nella nostra famiglia è arrivato Axel, lo abbiamo adottato, e il ricordo di Picasso si fece sempre più rado. Non nel mio cuore, perché tra tutte le torture inflitte dal violento bastardo, questa mi sembrò fra le più terribili da infliggere non solo ad un cucciolo, ma a due bambini, già abusati infinite volte.
Un abominio senza giustificazione alcuna.
E con la sempre colpevole e tacita complicità di terzi che pur vedendo e sapendo, hanno pensato che la cosa non avesse alcuna importanza.
 
#bastardisenzagloria #inattesadigiustizia #padrisanti #padrimostri
 
Per chi è su Facebook
 
Parole chiave: