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Riferimenti
- Daniela Pellegrini 1964 Primo gruppo di donne a Milano
- 1975: il '68 delle donne
- Il Movimento Femminista Romano
- Annamaria Rivera
- Governo Vecchio
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- Mia mamma Tina Merlin la cassandra del Vajont
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Documenti
- DEMAU - Autonomia come collettivizzazione dell'autocoscienza
- S.C.U.M. Valerie Solanas
- Daniela Pellegrini - 1964
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- Lotta Femminista - Padova - Documento 1 -1971
- Lotta di classe e femminismo per noi sono una stessa cosa . Padova 1972
- Divorzio - diario di un no
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- E' ACCADUTO NON PER CASO - Sottosopra 1996
- Sesso - Potere - Denaro- Roma ottobre 2009
- Approfittare della libertà femminile - Anna Maria Piussi
- Casa delle donne Milano - Lo statuto
- Casa delle donne per non subire violenza - Bologna
- Ereditare il femminismo -2000
- LA PARITÀ DEI SESSI È UNA FARSA - Luisa Muraro 2010
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DEMAU - 1966 - Autonomia come collettivizzazione dell'autocoscienza
Il Gruppo Demistificazione Autoritarismo
(in seguito anche Patriarcale)
Milano 1966
DEMAU
Autonomia come collettivizzazione dell'autocoscienza
Il femminismo è un movimento eterogeneo, entrato imprevisto nella storia. Non ha senso criticarlo come spontaneista dal momento che non è una dottrina ma un processo. Teniamo presente il positivo della spontaneità. Il punto di fondo del femminismo è l'aver capito che presa di coscienza e pratica femminista non sono due momenti separati.
Attraverso il processo di conoscenza della propria oppressione, attuabile attivamente solo nel gruppo, la donna si riconosce come sesso oppresso; considera la donna in generale e non più le esigenze e i problemi di alcune categorie di donne. E allora non appare come prima esigenza l' organizzazione e una linea politica omogenea, ma affrontare l' ideologia patriarcale e le strutture attraverso le quali essa si perpetua (famiglia, cultura, riproduzione della specie, ecc.).
Chi può sostenere che distruggere l' ideologia, che per quanto riguarda l' idea della donna non è mai cambiata, non è un <<fare>>?
Riteniamo che tutte le donne debbano vivere in proprio lo stesso processo di liberazione. Solo così si può evitare la costituzione di gruppi di avanguardia che <<mobilitano>> le masse e l' uso della coscienza femminista come uno slogan. Non ci vogliamo allontanare dalle donne e allora rimaniamo un piccolo gruppo di donne.
Come si traduce allora la giusta esigenza di <<allargare>> il movimento? Non certo nella creazione di un' organizzazione omogenea nei contenuti e negli interventi, ma nel riconoscimento della autonomia e autenticità di tutti i gruppi. E' il modo di comunicazione delle esperienze che deve essere studiato e discusso collettivamente.
in: DEMAU (Demistificazione autoritarismo patriarcale)
Milano, 13 aprile 1972
tratto da <<Sottosopra>> pag. 58 -59
https://bibliotecadelledonne.women.it/fascicolo/sottosopra-n-1-1973/
Manifesto programmatico
Il gruppo DEMAU agisce al di fuori di qualsiasi tendenza politica e religiosa. Ritiene che, nel momento presente e in questo tipo di società, la partecipazione e il contributo della donna siano indispensabili per un rinnovamento dei valori umani attualmente distribuiti e basati sulla appartenenza all'uno o all'altro sesso.
Punti programmatici
Opposizione al concetto di integrazione della donna nell'attuale società.
Tale concetto, nella sua accezione corrente infatti:
Tale concetto, nella sua accezione corrente infatti:
non risolve l'inconciliabilità dei due ruoli prefissati dalla divisione dei compiti tra uomo e donna, permettendone la coesistenza forzata nelle sole donne; se da una parte intende liberare la donna dai legami di tipo pratico del suo ruolo tradizionale, per darle la possibilità di partecipare attivamente al mondo della cultura e di agire nel campo del lavoro, dall'altra riconferma nell'ambito della società, ed alla donna stessa, le caratteristiche e i doveri del suo ruolo "femminile" proprio nella misura in cui rivolge a lei sola trattamenti e accorgimenti di favore;
tende a uniformare e integrare la donna al "regime sociale" in atto e lo riconosce così ancora e operante per entrambi i sessi.
Demistificazione dell'autoritarismo, nella sua veste di teoria e mistica dei valori morali, culturali e ideologici sui quali si basano l'attuale divisione dei compiti e la società tutta, quale elemento coercitivo dei valori individuali e restrittivo dei diritti, delle esigenze, delle potenzialità umane a favore dei gruppi privilegiati. Demistificazione di tali valori
nella sfera dei diritti; nella sfera dei rapporti sessuali e dell'etica relativa; nella sfera dei conflitti di ruolo nei rapporti familiari e sociali in genere; nella sfera dell'educazione, dell'istruzione e della cultura; nella sfera dell'attività lavorativa, della produzione intellettuale e scientifica; in sede di teorizzazione di tipo scientifico.
Ricerca di una autonomia da parte della donna,
- attraverso una cosciente valutazione dei propri valori essenziali e della propria situazione storica. Solo così la donna potrà partecipare all'elaborazione dei valori che informeranno una nuova società. Tale ricerca presuppone una nuova e più ampia metodologia di indagine sulla posizione della donna; che non la consideri cioè solo nell'aspetto storico-evoluzionistico di "condizione femminile". Uno studio basato sul condizionamento in un ruolo sociale ideologicamente prefissato, che non consideri la donna anche come oggetto e soggetto autonomo di analisi, sarebbe un'impostazione insufficiente per una ricerca che si propone di trovare direttive e finalità nuove. Infatti lo studio del "condizionamento" porterebbe alla scoperta degli antidoti, nel loro aspetto di antitesi pura e semplice, allo status quo e la finalità insita nell'antitesi è il rovesciamento della condizione di fatto; ciò potrebbe significare soltanto:
lotta per la supremazia sul maschio (dittatura rovesciata- nuovo matriarcato) o mascolinizzazione della donna (convalida dei modelli culturali attuale).
Emancipazione dell'uomo in quanto il maschio è a sua volta privato di vaste possibilità umane. Come la donna non ha raggiunto la propria maturità senza conquistare a sé valori finora negatile, così l'uomo non possiederà sufficienti strumenti di giudizio e comprensione se non conquisterà quelli da lui finora disprezzati, o invidiati, come "femminili". Anche l'uomo, inoltre, di fronte all'emancipazione femminile, si potrà trovare in situazioni di sfruttamento e squilibrio. Il Gruppo svolge la propria attività attraverso i seguenti mezzi:
esame di tutte le teorie dalle quali si possa, con criterio scientifico, evincere una definizione della donna oggi, base essenziale su cui costruire una proposta per prospettive future:
biologia-fisiologia. Le più recenti scoperte e tecniche in questo campo paiono destinate a cambiare le conseguenze di "leggi" finora ritenute assolutamente operanti;
antropologia comparata, per verificare la relatività delle strutture caratteriali in dipendenza dell'influsso ambientale (sociale) e le sue conseguenze culturali in senso lato;
esame di alcune analisi dei contenuti mitologici, legati anche a interpretazioni di tipo psicanalitico;
psicanalisi, quale elemento interpretativo dell'uomo rifiutando il pericoloso sviluppo reazionario della sua funzione integratrice dello individuo in una astoricità e fissità precosciente;
sociologia;
pedagogia;
psicologia.
Azione di sensibilizzazione e vasta diffusione della problematica esposta nel presente manifesto attraverso:
propaganda capillare;
dibattici pubblici e a mezzo di stampa delle questioni esposte nei punti programmatici;
contatti e proposte e collaborazione con tutte le associazioni, femminili e non, i centri culturali, le associazioni sindacali, professionali, studentesche, i partiti, le personalità che si interessino ai problemi proposti dal gruppo.
Il manifesto programmatico evidenzia un'elaborazione specifica sulla condizione femminile che va oltre il concetto emancipatorio. La oppressione delle donne non si sviluppa solo dalle strutture economiche ma anche dalla disuguaglianza nella famiglia; per questo indispensabile per il gruppo risulta l'autonomia ideologica e la liberazione dal modello autoritario maschile.
su: http://cle.ens-lyon.fr/italien/demau-30459.kjsp
Autonomia come collettivizzazione dell'autocoscienza
Il femminismo è un movimento eterogeneo, entrato imprevisto nella storia. Non ha senso criticarlo come spontaneista dal momento che non è una dottrina ma un processo. Teniamo presente il positivo della spontaneità. Il punto di fondo del femminismo è l'aver capito che presa di coscienza e pratica femminista non sono due momenti separati.
Attraverso il processo di conoscenza della propria oppressione, attuabile attivamente solo nel gruppo, la donna si riconosce come sesso oppresso; considera la donna in generale e non più le esigenze e i problemi di alcune categorie di donne. E allora non appare come prima esigenza l' organizzazione e una linea politica omogenea, ma affrontare l' ideologia patriarcale e le strutture attraverso le quali essa si perpetua (famiglia, cultura, riproduzione della specie, ecc.).
Chi può sostenere che distruggere l' ideologia, che per quanto riguarda l' idea della donna non è mai cambiata, non è un <<fare>>?
Riteniamo che tutte le donne debbano vivere in proprio lo stesso processo di liberazione. Solo così si può evitare la costituzione di gruppi di avanguardia che <<mobilitano>> le masse e l' uso della coscienza femminista come uno slogan. Non ci vogliamo allontanare dalle donne e allora rimaniamo un piccolo gruppo di donne.
Come si traduce allora la giusta esigenza di <<allargare>> il movimento? Non certo nella creazione di un' organizzazione omogenea nei contenuti e negli interventi, ma nel riconoscimento della autonomia e autenticità di tutti i gruppi. E' il modo di comunicazione delle esperienze che deve essere studiato e discusso collettivamente.
in: DEMAU (Demistificazione autoritarismo patriarcale)
Milano, 13 aprile 1972
tratto da <<Sottosopra>> pag. 58 -59
https://bibliotecadelledonne.women.it/fascicolo/sottosopra-n-1-1973/
per chi è su facebook
tutto il documento in .pdf qui:
Esperienze dei gruppi femministi in Italia
Milano – 1973
Lotta femminista di Gela, femminismo e lotta di classe, convegno di Londra 4-5 novembre 1972, donne e studenti, lotta femminista di Padova, lotta femminista di Ferrara, V. Kirschk, liberalizzazione sessuale, rivolta femminile, DEMAU demistificazione autoritarismo patriarcale, convegno di Vieux-Villez, gruppo di “politique et psycanalyse”, manifesto delle femministe napoletane, nemesiache, movimento femminista romano, movimento femminista milanese, violenza sulle donne, Julienne Travers, manifesto del gruppo femminista di Torino, donne insegnanti, donne e lavoro, donne e sessualità, conferenza nazionale della donna di Manchester 25-26 marzo 1972, “l’offensiva” quaderni di lotta femminista, sessismo capitalismo e famiglia, casalinga, madre, Rosalind Delmar, Betsy Warrior, Judith Hole, Ellen Levine, J. Mitchell, William H. Masters, Virginia E. Johnson, fermo di polizia per le donne, legge Merlin, aborto, lavoratrici dell’I.B.M. di Milano Ebook
1^ edizione elettronica: Marzo 2014
Digitalizzazione e revisione: Emanuela Cameli
Pubblicazione: Federica Fabbiani
Informazioni sul "progetto ebook @ women.it":
Ebook @ women.it è un'iniziativa dell'Associazione di donne Orlando di Bologna, in collaborazione con Il Server Donne e la Biblioteca Italiana delle Donne. Il progetto si pone l'obiettivo di pubblicare e diffondere riviste storiche e contemporanee del femminismo italiano in formato elettronico. Responsabili scientifiche del progetto sono Federica Fabbiani, Elda Guerra, Annamaria Tagliavini e Marzia Vaccari.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet: http://ebook.women.it/
Conto l'autoritarismo patriarcale: le tesi del gruppo Demau
in: Lea Melandri - Una visceralità indicibile: la pratica dell'inconscio nel movimento delle donne degli anni '70
https://books.google.it/books?id=fl7j4c9tb4UC&pg=PA18&dq=lea+melandri+demau
in: Dal movimento femminista al femminismo diffuso: storie e percorsi a Milano
Di Anna Rita Calabrò
I gruppi si raccontano: Demau
https://books.google.it/
Le immagini di sfondo del video sono tratte da ''Ciao maschio'' di Marco Ferreri
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