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XXI° secolo
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Libertà riproduttiva
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- Su aborto e libera scelta - Luisa Muraro
- Aborto clandestino: la prima inchiesta - 1961
- Aborto: le mani della destra sulla libertà delle donne: di Cecilia D'Elia
- Aborto: riflessione sui dati al 16 giugno 2022
- Libertà di scelta di Francesca Izzo
- Nei consultori: dalle teorie alle pratiche
- Un femminicidio è solo un femminicidio
- Lecce 8 marzo 2017
- ALBA LA PASIONARIA
- DIARIO DI GUERRA
- Il problema delle donne nel PD arriva da lontano
- Intervista a Rita Segato
- La sapienza di partire da sé - Luisa Muraro
- La scommessa del femminismo·
- Lidia Campagnano per "Le altre"
- Turchia: Appello della Mor Çatı Women’s Shelter Foundation
- Un manifesto ecofemminista per la cura della terra
- L’Europa in guerra - di Paola Rudan
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Libertà riproduttiva
- Donne in LiberaAzione
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Il MAD
- Cicl.in.prop. Lecce - Viale degli Studenti, 1
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- Roma: manifestazione per l'aborto
- Separata ed autofinanziata: la sede
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- Nella donna c'era un sogno
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Piccola città
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Speciale Quotidiano 1980 - Questo 8 marzo
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- 1935 - La rivolta di Tricase
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In Italia
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Riferimenti
- Daniela Pellegrini 1964 Primo gruppo di donne a Milano
- 1975: il '68 delle donne
- Il Movimento Femminista Romano
- Annamaria Rivera
- Governo Vecchio
- effe - la rivista
- Quel compromesso sulla pelle delle donne
- L'aborto clandestino
- Giorgiana: uccisa perché donna
- Luisa Muraro - Intervista 2014
- Non c'è rivoluzione senza liberazione
- Russia: Storia di una rivoluzione nata l'8 marzo
- VISITARE LUOGHI DIFFICILI
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- Donne, ambiente, etica delle relazioni.
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Il contesto
- Camilla Cederna, Oriana Fallaci e Adele Cambria intervista di Pier Paolo Pasolini
- Collettivo Cinema Femminista
- Comizi d'amore - Pasolini - anni '60
- L'Italia degli anni '60
- Cecilia Mangini - Essere Donne - 1964
- 1968 - Lavoratrici
- Sessualità operaia
- Quella volta che dal Nord vennero al Sud
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- Donne mie illudenti e illuse - Dacia Maraini - 1974
- Il femminismo di Enrico Berlinguer
- L'assalto a Radio Donna - Radio Città Futura - Roma 9 gennaio '79
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- Lettera di alcune sorelle nere -1968
- Pinelli, una finestra sulla strage - Camilla Cederna
- Si dice donna -Quando il femminismo entrò in TV
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- Un giorno all'anno.
- Tina Merlin, "Quella del Vajont"
- Mia mamma Tina Merlin la cassandra del Vajont
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Documenti
- DEMAU - Autonomia come collettivizzazione dell'autocoscienza
- S.C.U.M. Valerie Solanas
- Daniela Pellegrini - 1964
- Rivolta Femminile - 1970
- Il cerchio spezzato - Trento - 1971
- Lotta Femminista - Padova - Documento 1 -1971
- Lotta di classe e femminismo per noi sono una stessa cosa . Padova 1972
- Divorzio - diario di un no
- Aborto: la posizione del collettivo di via Cherubini- Milano 1975
- SOTTOSOPRA - 1976
- 7 giugno 1977: il ''voto nero'' sull'aborto
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- Donna e Follia
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- E' ACCADUTO NON PER CASO - Sottosopra 1996
- Sesso - Potere - Denaro- Roma ottobre 2009
- Approfittare della libertà femminile - Anna Maria Piussi
- Casa delle donne Milano - Lo statuto
- Casa delle donne per non subire violenza - Bologna
- Ereditare il femminismo -2000
- LA PARITÀ DEI SESSI È UNA FARSA - Luisa Muraro 2010
- La lotta non è finita: di Annabella Miscuglio
- Le genealogie femminili - di Luisa Muraro
- Pechino '95. Prime impressioni
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Legge 194, costituzionalizzazioni e svuotamenti di fatto
Legge 194, costituzionalizzazioni e svuotamenti di fatto
ABORTO. Mentre il Parlamento europeo, preoccupato da quanto avviene in molti Stati membri, tra cui l’Italia, e ispirato dall’espressa introduzione nella Costituzione francese, approva la Risoluzione per l’Inclusione del diritto all’aborto […]
In piazza per il diritto all'aborto - foto LaPresse
17 aprile 2024
Laura Ronchetti
Mentre il Parlamento europeo, preoccupato da quanto avviene in molti Stati membri, tra cui l’Italia, e ispirato dall’espressa introduzione nella Costituzione francese, approva la Risoluzione per l’Inclusione del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, il nostro governo esprime tutta la sua distanza dai valori comuni europei con un nuovo attacco all’autonomia riproduttiva delle donne. Con l’ennesima fiducia sulla conversione dell’ennesimo decreto che, tra mille rivoli, prevede che le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possono «avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità».
Già ora «per i fini previsti dalla legge» 194 (art. 2) i consultori possono avvalersi di associazioni di volontariato. La questione, quindi, è simbolica e politica ricordando precedenti accordi con gruppi della «vita nascente». La triade valoriale «Dio, patria e famiglia», infatti, è molto connessa a quell’idea della tutela della vita «sin dal concepimento» che cozza frontalmente con qualunque ipotesi di autonomia procreativa delle donne: dal concepimento il corpo della donna diventerebbe servente rispetto alla conclusione del processo generativo.
È vero che tra i fini della legge 194, accanto alla «procreazione cosciente e responsabile» e al «valore sociale della maternità», c’è la «tutela della vita sin dall’inizio», ma questa finalità deve essere coerente con il titolo della legge dedicato alla «tutela sociale della maternità» e all’«interruzione volontaria della gravidanza»: la tutela della vita «sin dall’inizio» deve assumere significato, dunque, solo nella protezione del rapporto «del tutto particolare» della donna con il suo corpo fecondato (Corte costituzionale, sentenza 27/75).
I consultori per legge devono agire «nel rispetto della dignità e della libertà della donna» (art. 5) per garantirne la «integrità fisica e psichica». Le Regioni e lo Stato, quindi, devono assicurare che i colloqui previsti non siano finalizzati a far desistere la donna dal proseguire l’iter legale o superare i limiti temporali stabiliti per l’aborto. Se la legge è intitolata all’interruzione «volontaria» della gravidanza, le procedure improntate a rigide scansioni temporali per accedere all’aborto in una struttura pubblica non possono essere usate per inficiare la libera, cosciente e responsabile scelta della gestante.
D’altra parte è la stessa Corte costituzionale a parlare di «piena libertà morale» e a stigmatizzare l’uso improprio e distorto della posizione di chi «interrompendo la necessaria e naturale speditezza della procedura, di fatto vanifica l’istanza di tutela del diritto fondamentale alla salute psico-fisica della (…) gestante, oggetto primario delle garanzie approntate dalla legge 194» (ordinanza 126 del 2012). Già da anni, però, è in corso uno svuotamento medico-amministrativo della prestazione essenziale di accesso a un aborto sicuro e gratuito. Le responsabilità per questa prestazione sanitaria tanto «essenziale» quanto boicottata ricadono innanzitutto sulle Regioni, che in tal modo dimostrano quanto sarebbe un grave errore ampliare le loro competenze in materia di salute con un’autonomia differenziata. Non meno significative, però, sono le responsabilità del ministero della Salute che dal 2013 non riesce a superare la condanna del Comitato sociale del Consiglio d’Europa per discriminazione di genere, su base territoriale e socio/economica, a causa dell’obiezione di coscienza dei sanitari. Eppure la 194 espressamente parla di «mobilità del personale» a opera delle Regioni per assicurare le prestazioni e lo Stato mantiene il potere sostitutivo della regione inadempiente rispetto a un livello essenziale delle prestazioni.
Il senso dell’equilibrio costituzionale raggiunto con la 194 è riconoscere l’asimmetria tra i sessi nella procreazione, collegando il «valore sociale della maternità» con il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, con l’obiettivo di non mettere una donna davanti all’alternativa tra una gravidanza forzata o un aborto clandestino. Non riguarda solo le donne, soprattutto quelle giovani e del sud, ma la nostra idea di democrazia.