Pane e Lavoro

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Francesco Schifa, Oronzo Zingarelli, Nicola Fatano

Guerra e Fascismo hanno segnato di stenti, fame e disoccupazione la città e il territorio. Disperazione e rabbia muovono le cinquemila persone che scendono in piazza per chiedere ''PANE E LAVORO'' il 24 settembre 1945, data di Sciopero Generale indetto dalla "Lega dei Muratori" e dalla Camera del Lavoro, con l'appoggio di PCI, PSI, Partito d'Azione e CLN.

Il giorno dopo sono diecimila, uomini donne e bambini, ed arrivano fin sotto il portone di Palazzo dei Celestini, sede della Prefettura. I carabinieri non riescono a contenerne la spinta, forzano il portone entrano nel cortile, occupano gli androni.

Sono i marinai della ''San Marco'' ad aprire il fuoco. Muoiono Nicola Fatano, venditore ambulante,  Oronzo Zingarelli,  pizzicagnolo, e Francesco Schifa, muratore. Molti i feriti, anche un bambino di nove anni.

Ai giovani dell'epoca lo raccontano i genitori e la gente del centro storico, custode attiva allora della memoria cittadina, che ne ha pietrificato la paura e la ''lezione'', ma la città ufficiale con larga parte della storiografia patria hanno oscurato l'avvenimento fino al 2006. 

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