Bruciate vive sulla via del tabacco - 1960

StampaInviaPDFEPUB

Vedo sempre il fuoco

di Francesco Aprile
ricordo delle tabacchine bruciate durante il lavoro a Calimera, il 13 giugno 1960

Scarica il .pdf dell'articolo
tratto dal libro "Il grembiule degli angeli"
di Maria Roca Montinaro e dei suoi alunni della Scuola Media di Calimera

Leggi tutto l'articolo qui

http://www.miriammafai.it/wp-content/uploads/2013/04/1960-N.-28-09.07-Br...

C’era una donna in un letto d’ospedale. Una donna e le sue urla, il suo dolore. C’era una donna in un letto d’ospedale nel resoconto della giornalista Miriam Mafai, ripreso, dalle pagine della rivista “Vie Nuove”, all’interno del volume “Il grembiule degli Angeli” curato da Maria Roca Montinaro nel 2002. La giornalista Miriam Mafai ripercorreva, nell’intervento del 1960 intitolato “Bruciate vive sulla via del tabacco”, le vicende delle tabacchine morte durante il lavoro il 13 giugno dello stesso anno a Calimera. La donna, della quale raccontava le urla, lo strazio, il dolore, Lucia Di Donfrancesco, era ricoverata in ospedale in preda all’incubo dell’incendio e ai suoi danni che sarebbero stati irreparabili al punto da portarla alla morte. Sei donne sono morte in quell’incendio. Dagli atti parlamentari della seduta pomeridiana del 14 giugno 1960 emerge che «se vi fosse stata una sola uscita di sicurezza le operaie della ditta Franzo e Villani di Calimera si sarebbero certamente salvate». Scriveva Miriam Mafai: «Mi brucia sempre qui – mormorava la donna indicandomi il petto. Respira a fatica […] e mi guarda attraverso una immensa lontananza. […] La donna che mi guarda senza vedermi bene si chiama Lucia Di Donfrancesco […] Ce ne sono altre due in ospedale: Epifania Cucurachi e Elvira Castrignanò. Quest’ultima tende verso di me il braccio ustionato, stretto ancora nella fasciatura, tenta di alzarsi a sedere e mi grida: Vedo sempre fuoco… Non posso dormire. Vedo sempre fiamme tutta la notte». Nelle pagine che, nel volume curato da Maria Roca Montinaro, sono dedicate alla morte delle sei tabacchine (Lina Tommasi, Luigia Tommasi, Epifania Cucurachi, Lucia Di Donfrancesco, Luigia Bianco e Assunta Pugliese), le foto della raccolta del tabacco raccontano uno spaccato di storia che è preludio alla “immensa lontananza” raccontata da Miriam Mafai, a tutta quella distanza che è figlia di una condizione sociale che se solo fosse stata – e fosse, oggi, con le dovute differenze – supportata da politiche culturali-sociali attente, con lo sguardo mirato all’accogliere, non il profitto, ma la dimensione umana, si sarebbero seminate nel tempo, e decisamente in un tempo minore di quello che ancora si deve attualizzare, le condizioni necessarie al riconoscimento che dovrebbero esser poste come concetto base di sistemi democratici, a partire da quella “dignità” come universalità intrinseca negli individui, nella loro uguaglianza che, nel caso specifico del 13 giugno 1960, come in tanti altri precedenti e successivi, è stata soppiantata, l’uguaglianza e l’umana dimensione, dal principio della prestazione, della concezione del profitto. Il racconto riportato da Miriam Mafai, infatti, è quello di una realtà sociale in cui «Il concessionario si colloca come arbitro e signore tra il Monopolio e il tabacchicoltore, godendo di un privilegio e di un potere assoluti nei confronti di quest’ultimo, e di garanzie e facilitazioni eccezionali dal primo. […] La benevolenza dello Stato nei confronti della figura del concessionario è dimostrata da un episodio di questi giorni: dopo lunghe lotte e scioperi locali e nazionali, il lodo Zaccagnini ha fissato un aumento salariale alle tabacchine. Ebbene, il Monopolio si è affrettato a corrispondere ai concessionari la somma di lire 3 miliardi a copertura degli aumenti salariali…che ammontano complessivamente ad un miliardo scarso! Tanta generosità non sorprende, quando si sappia che tra i concessionari si contano alcuni illustri esponenti del partito al Governo». Il racconto, troppe volte comune, della dimensione umana soggiogata da quella economica del dominio.

Francesco Aprile
2012-07-06 Calimera, 13 giugno 1960: ricordo delle tabacchine bruciate durante il lavoro

https://faprile.wordpress.com/2012/07/07/vedo-sempre-fuoco/


 

III LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA POMERIDIANA DEL 14 GIUGNO 1960

Atti Parlamentari — 14785 — Camera dei Deputati
 


dall'intervento dell'On. Calasso

Con il nostro ordine del giorno noi chiediamo che, in attesa di nuove strutture social i che regolino i rapporti fra capitale e lavoro nelle campagne, in attesa cioè che la terra sia dei contadini, dei coltivatori di tabacco e che questi non siano obbligati a consegnare il 50 per cento del prodotto al proprietari o della terra, il ministro delle finanze presenti al Parlamento la riforma del regolament o per la coltivazione dei tabacchi, riforma che si attende dal 1954 e che è stata tante volt e promessa e annunciata anche ufficialmente. 

Nel nuovo regolamento noi poniamo il problema dell'abolizione delle concessioni speciali , onorevole ministro Trabucchi. Ella diceva poc'anzi che come esistono i contadini che coltivano per il « manifesto » così devono continuare ad esistere i concessionari speciali. In Commissione ella ebbe a dirmi che il ministr o delle finanze 'non conosce i contadini che coltivano tabacco, ma conosce invece i concessionari delle coltivazioni del tabacco . Io credo , perché non debbo dubitare dell'onestà de l ministro delle finanze (né intendo pormi questo problema), che ella non conosce che cos a sono i concessionari di tabacco. Perciò li crede necessari.

Proprio ieri a Calimera, in provincia di Lecce, sono morte arse vive quattro operaie tabacchine in un magazzino . Se ella dà uno sguardo alla grande stampa, ai giornali quotidiani vede come il fatto viene riferito e co n molti dettagli . Oltre a queste povere donne bruciate vive vi sono state altre cinque operaie ricoverate in ospedale insieme con due uomini per ustioni gravi e per intossicazioni da solfuro di carbonio . Ella mi potrà osservare: e che cosa c'entra il concessionario ?
Onorevole ministro, si faccia un giro nell a provincia di Lecce per constatare come sono attrezzati i magazzini di tabacco . Inoltre (e questa è la cosa più grave) tutti ammettono che causa della sciagura è stata la inosservanz a delle leggi da parte della ditta concessionaria .

Perché è risaputo che tassative disposizioni affidano a squadre di specializzati muniti di speciale licenza, riguardanti l'impiego di ga s tossici, la disinfestazione dei depositi d i tabacco. La mattina del 13 giugno nei locali della ditta Villani e Franzo, dove si faceva evaporare il solfuro di carbonio per  protegger e dalle tarme il tabacco ivi depositato, non si doveva neanche permettere la presenza d i estranei oltre gli autorizzati . Neanche a titolo di curiosità. Invece la Villani e Franzo, com e fanno del resto tutti, aveva assunto nove tabacchine perché le pagava solo 700 lire a l giorno. Per risparmiare in sostanza qualch e cosa come dieci mila lire . E tutto ciò sotto gli occhi dei funzionari del monopolio, mentre l'ispettorato del lavoro finge di non sapere.

L'onorevole Trabucchi sa che i concessionari speciali non soffrono nessuna angosci a e nessuna pena, quando le calamità e le avversità atmosferiche distruggono o danneggiano il tabacco nei campi ? Il senatore Trabucchi sa che i concessionari pagano il prodotto ai contadini coi fondi che anticipa l o
Stato ? Ci può dire perché, mentre i contadin i solo per disperazione continuano a coltivare, i concessionari devono continuare a percepir e margini che a nessuna impresa nello stesso sistema capitalistico sono concessi ?

Lo sa il ministro delle finanze che le « Acli » di Lecce, molti parlamentari democristiani e qualche ministro sono d ' accordo con noi pe r l 'abolizione delle concessioni speciali ?
Lo Stato vuole aumentare le entrate e ridurre le spese, ma invece di guardare verso questi parassiti, per risparmiare poche centinaia di milioni l'anno abolisce la vigilanza de i magazzini e getta sul lastrico mille mutilati di guerra che vi erano addetti . Consegna l e chiavi ai concessionari, ma continua a tener e chiusi tutti i vani di luce con infissi di reti metalliche ed inferriate come per le 'case di pena.

Onorevole ministro, se vi fosse stata una sola uscita di sicurezza le operaie della ditta Franzo e Villani di Calimera si sarebbero certamente salvate . Io vorrei che ella esaminass e i rapporti che intercorrono fra il concessionario speciale e il contadino . Se non vuole domandarlo a noi che viviamo con il contadino ,
lo domandi all 'onorevole Vetrone che, pur vivendo alquanto lontano dai contadini, si preoccupa per il trattamento che viene loro riservato. Si sappia però che il problema dei rapporti fra concessionario e contadino non s i risolve nel modo come propone l' onorevol e Vetrone, con la leggina riguardante le perizie,
perché, sia pure coperto e mascherato, è soltanto uno strumento richiesto dai concessionari.

Non si risolve con i richiami, che del resto non sono mai venuti, da parte dei Ministeri delle finanze e del lavoro, perché siano rispettati il capitolato di concessione e l e leggi sociali che legano i concessionari all e tabacchine . Questo problema, ripeto, si risolve abolendo le cessioni . Ed ella non si deve
dispiacere, perché il concessionario quasi sempre non è neanche agricoltore. Ella sa che quando l' agricoltore è un grande proprietario di terra noi non l'amiamo affatto perché è uno sfruttatore di contadini anche lui . Tuttavia il grande agrario corre i rischi della crisi dei prodotti agricoli, guadagna meno di
quanto era abituato a guadagnare . Il concessionario invece non corre alcun rischio, in quanto paga il tabacco al contadino quand o gli viene consegnato nel magazzino sulla base del valore che in quel momento ha il tabacco .

E volesse il cielo che glielo pagasse. 

Forse qualche collega porterà dati precisi sui prezzi che il Ministero paga, sui prezzi che i concessionari pagano ai coltivatori . Della media di 90 mila lire al quintale pagate da l monopolio ai concessionari si vada a vedere cosa resta al tabacchicoltore . Sì e no racimol a 400 lire per ogni giornata di lavoro.

 

CARADONNA. Ma i concessionari corrono i loro rischi.

 

CALASSO . Nessun rischio. Lo domandi ad economisti ed a tecnici, che sono stati concordi nel definire il concessionario come un parassita. Del resto, la figura del concessionario speciale si diffuse durante il fascismo .

La concessione speciale divenne il premio per gli squadristi prima per avere incendiato l e camere del lavoro e poi per quelli che andaron o ad assassinare la repubblica spagnola e gli operai e i contadini che la difendevano .

Quanti squadristi tornati in Italia non ebbero in premio una sia pure piccola concession e speciale, cioè la possibilità di sfruttare a sangue le tabacchine ed i coltivatori, di incassare milioni di lire all'anno senza rischio e senza lavorare !

Nel nostro ordine del giorno avevamo anche chiesto che i coltivatori fossero rappresentati nel consiglio di amministrazion e del monopolio. Non è possibile che il ministro delle finanze nel 1960 debba affermare di no n conoscere i coltivatori di tabacco, quelli ch e lavorano, quelli che assicurano ogni anno
cospicue entrate al Ministero delle finanze .

Noi chiedevamo l'ammissione dei rappresentanti dei coltivatori nel consiglio di amministrazione e una razione di sigarette o di sigar i per loro affinché essi non siano più costrett i a fumare il tabacco in foglie e non sian o trattati come contrabbandieri quando vengono sorpresi con poche foglie di tabacco
secco, frutto del proprio lavoro, ma che le leggi fiscali non consentono di trattenere . 

Non rinunzieremo mai ad invocare ed a lottare per questa giustizia.
Onorevole ministro, ho rinunciato a porr e ai voti l'ordine del giorno per avere la possibilità di spiegare i problemi di cui il mio ordine del giorno si occupa. Ed esprimo in quest a sede l'augurio che ella e soprattutto il Parlamento possano prendere in serio esame questo problema, portandolo a soluzione, nell'interesse delle fonti autentiche della produzione del tabacco italiano . (Applausi a sinistra).

 

http://legislature.camera.it/_dati/leg03/lavori/stenografici/sed0295/sed0295.pdf

Parole chiave: 
Campi di memoria: